attualità cattolica

La fecondazione assistita

Rachele: “Dammi dei figli se no io muoio” (Genesi 30). In questo grido per la maternità negata è sintetizzato il dramma della sterilità, oggi crescente e spesso vissuto come una sconfitta.

nascita

In natura il concepimento avviene in seguito ad un rapporto sessuale tramite l’unione dell’ovulo e dello spermatozoo che dà origine all’embrione nel corpo della donna; a volte, però, il concepimento non avviene e si decide per questo di ricorrere alla fecondazione assistita.

La fecondazione artificiale o assistita è l’unione forzata dell’ovulo e dello spermatozoo che può avvenire attraverso varie tecniche non tutte moralmente ed eticamente accettate dalla Chiesa cattolica a ragione della tutela dei valori umani.

Tra le tecniche utilizzate occorre distinguere tra:

  • fecondazione intracorporea (che avviene direttamente nelle tube)  e fecondazione extracorporea (conosciuta anche con il termine di fecondazione in vitro)
  • fecondazione omologa (gameti dei due sposi) ed eterologa (gameti donati)

Le indicazioni del Magistero su un argomento così delicato sono abbastanza chiare:

È sicuramente illecita, e in Italia anche vietata (art. 12 della legge n. 40 del 2004), la maternità surrogata (utero in affitto) in cui una donna porta in grembo il figlio di una coppia esterna con l’impegno di partorirlo e consegnarlo alla coppia dopo la nascita.

Sono inaccettabili anche tutte le tecniche di tipo eterologo che prevedono cioè il ricorso a gameti di donatori/donatrici esterni alla coppia.

Sono inoltre non accettate dalla  Chiesa le tecniche extracorporee  (conosciute anche con il termine di concepimento in vitro) in quanto oltre a separare il concepimento dall’atto coniugale, espone gli embrioni concepiti alla selezione, manipolazione, dispersione.

È consentita invece l’inseminazione artificiale omologa. La morale cattolica auspica che il concepimento scaturisca sempre dall’atto di amore di una coppia, ecco perché la generazione naturale e quella aiutata da tecniche biomediche, sono modi ritenuti umanamente buoni per realizzare l’apertura alla vita.

Alla base della riflessione che la Chiesa ci invita a fare c’è il diverso concetto di persona: quello laico basato sulla nozione di qualità della vita, e quello cattolico fondato sul principio della sacralità della vita

 BIOETICA CATTOLICA 

  • Difende il principio della “sacralità” della vita;
  • Sostiene che l’uomo non è autore dell’origine della propria vita, e quindi non ne è l’assoluto proprietario;
  • Proibisce l'aborto in tutte le sue forme;
  • Non permette di manipolare l'embrione per fini sperimentali o riproduttivi.

 

 BIOETICA LAICA

  • Difende il principio della “disponibilità” della vita;
  • Sostiene che ad essere importante non è la vita “in quanto tale”, ma la sua “qualità”, e che l'unico soggetto e giudice della propria vita è l'uomo stesso;
  • Accetta l'aborto;
  • È aperta alle varie tecnologie connesse alla sfera riproduttiva.

Rif. Documenti Donum Vitae (1987) Dignitas personae (2008) Enciclica Evangelium Vitae (1995)

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