Suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante (Adelaide Di Mauro)

La comunione mistica

comunione mistica

Importanti testimonianze si riferiscono alla comunione mistica che suor Chiara riceveva da mani invisibili; Gesù comunicava in modo speciale con questa Serva di Dio, rendendola degna di assumere dalle Sue stesse mani, il Corpo Sacramentato. Questo prodigioso evento avveniva ogni venerdì ed era accompagnato dall’accentuarsi delle stimmate. Il fenomeno della comunione mistica suscitò tanta diffidenza e incredulità soprattutto in parte del clero siracusano; in tante anime devote, invece, il prodigioso evento produsse stupore e meraviglia, tanto da guadagnarle alla fede dopo essere state partecipi di quel momento straordinario. Fu quanto avvenne, per esempio, a una suora, invitata ad assistere all’evento e che nella sua dichiarazione scrisse:

«Vi andai davvero e la mia prima sorpresa è stata che mentre io ero seduta e guardavo Suor Chiara in estasi, pensavo sempre: sarà sicuramente garza che si mette in bocca. Ma l’estatica lesse il mio pensiero e subito disse: No, è Pane celeste. […] Vidi realmente coi miei occhi una bianchissima ostia posarsi sulla lingua dell’estatica che aveva invocato con voce ardente varie volte:”Gesù vieni, Gesù vieni!».

Suor Carolina Mammana (da Comiso) scrive nel dicembre 1951:

«[...] Sentivo parlare molto e con calore della santità di Suor Chiara, in verità, se non ridevo, credevo niente di quanto di lei si diceva. Una sera in compagnia di altre suore andammo a visitarla. […] Restammo tre sole suore per tutta la notte (io sempre incredula) aspettando che questa se ne andasse in estasi per credere a quanto diceva. Ma che stupore. La Santa era coricata vestita in un misero pagliariccio e comincia la sua preghiera […] Alla mezzanotte in punto nella sua estasi le vedemmo aprir la bocca e nella lingua posarsi l’Ostia Sacra. Gridai con grande meraviglia tre volte: Gesù mio misericordia … Gesù mio misericordia … Gesù mio misericordia … la Suor Chiara chiuse la bocca e rimase ancora per qualche tempo in estasi».

Un altro caso eclatante fu testimoniato dal can. Sebastiano Ajello. L’arcivescovo, mons. Carabelli, diede incarico al sacerdote, noto per la diffidenza che nutriva nei confronti della religiosa, di verificare tale fenomeno. Gli fu inoltre comandato, qualora fosse apparsa la particola nella lingua di suor Chiara, di prelevarla dalla sua bocca e di portargliela. L’evento si verificò in una notte di venerdì forse del 1931 in un momento d’estasi della suora. Mons. Ajello così scrive in una lettera del 10 gennaio 1951:

«Un giorno, che non ricordo più (forse nel 1931), incaricato espressamente da S.E. l’Arcivescovo Mons. Carabelli, di s. m., mi recai alla casa della Provvidenza delle Suore della Misericordia e della Croce, fuori le mura, per visitare suor Chiara Dimauro, ivi alloggiata. La trovai distesa sul letto in istato veramente pietoso. […] Ed ecco che a un certo punto il colore terreo e cadaverico si cambia in una leggera tinta rosea. […] Quello era il segno (dicevano le circostanti Suore), che si avvicinava l’ora della Comunione. S’immagini in quel momento la mia attenzione: non fiatavo, e gli occhi immobili erano fissi alla bocca di Suor Chiara. […] In quello instante, non aveva ancora chiuso la bocca, che io vidi vicino alla punta della lingua una cosa bianca che sembrava come una piccola ostia piegata. Subito le ho introdotto l’indice della mano nella bocca, pregandola, in virtù di santa obbedienza, di lasciarmi vedere. C’era in me la intenzione di esaminare quell’ostia, ma non ci sono riuscito a tirarla fuori perché ha chiuso immediatamente la bocca ed io sono rimasto così, col desiderio di conoscere meglio le cose».

Benché il can. Ajello non facesse mistero del suo atteggiamento critico verso la religiosa, non mancò però di adoperare per suor Chiara delle parole ricche di benevolenza; così, infatti, conclude la lettera indirizzata a p. Samuele Cultrera: «L’indole di s. Chiara era quella di un’anima veramente di Dio, mite, ubbidiente, piena di spirito veramente cristiano».

videoil video che racconta l'evento

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La bocca insanguinata

A volte fu notato che suor Chiara dopo aver ricevuto la comunione, soprattutto quella per mano di Gesù, ingoiava grandi quantità di liquido. Interrogata dal suo confessore affermò, come se si trattasse di una cosa naturale, di sentirsi in bocca «sangue copioso, dolcissimo e gustosissimo» che le dava grande ristoro[1]. Il can. Uccello per accertare il fatto ordinò a Suor Girolama Occhipinti di verificare l’episodio; ella affermò che, aprendole la bocca nel momento della comunione e mentre suor Chiara era in estasi, si accorse che «la bocca era piena di sangue»[2]. Erano il corpo e il sangue di Cristo a supplire nell’alimentazione di suor Chiara, alla mancanza del pane e dell’acqua. Fu infatti osservato che, nonostante la religiosa avesse un regime alimentare limitato e perdesse molto sangue tutte le volte in cui si verificavano in lei le stimmate della Passione di Cristo, il suo peso non subiva alcuna modifica.


[1] Vita di Suor Chiara di Gesù Agonizzante del Can. Sebastiano Uccello, f. 66.

[2] Cf Testimonianza di suor Girolama Occhipinti, 24 febbraio 1952, in ASDS, Fondo Canonizzazione Di Mauro, vol. 1, f. 22r. 

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