Suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante (Adelaide Di Mauro)

La fase preliminare dell'inchiesta diocesana

Mons Calogero LauricellaL’inizio di una causa di beatificazione è sempre preceduto da una verifica, da parte del vescovo diocesano, della diffusa e autentica fama di santità del Servo di Dio presso una parte considerevole di persone degne di fede[1]. Trattandosi di un processo canonico, inoltre, occorre che alcuni elementi richiesti dal diritto siano presenti per la validità giuridica.

Colui che promuove la causa di beatificazione viene definito attore; egli se ne assume le responsabilità morali ed economiche[2]. L’attore della causa può essere chiunque faccia parte del popolo di Dio, sia essa persona fisica o giuridica o qualunque associazione di fedeli ammessa dall’autorità ecclesiastica[3]. Probabilmente attore della causa di beatificazione di suor Chiara fu il convento di Santa Lucia al Sepolcro[4] mentre delle spese necessarie se ne fece carico la sig.ra Giuseppina Sirchia che fu anche tra le principali promotrici per l’inizio del processo[5].

L’attore nomina il postulatore della causa che svolge le funzioni di avvocato e si assume le responsabilità economiche e morali del procedimento[6]; è suo compito raccogliere tutti i documenti necessari ad attestare la fama di santità del Servo di Dio e l’importanza ecclesiale della causa; di questo egli dovrà riferire al vescovo competente[7]. Postulatore della causa fu mons. Vincenzo Annino, nominato dall’arcivescovo il 14 settembre 1977[8]; ovviamente si sarà tenuto conto del lavoro meticoloso già svolto da p. Samuele Cultrera, che raccolse documenti e testimonianze legate alla Serva di Dio, confidando proprio in un’apertura della causa.

L’attore, attraverso il postulatore della causa, chiede al vescovo territoriale competente[9] l’avvio dell’inchiesta diocesana[10]; egli può istruire direttamente la causa o nominare un delegato che abbia le doti richieste denominato delegato episcopale[11]. L’arcivescovo di Siracusa che decretò l’introduzione canonica della causa di beatificazione e canonizzazione di suor Chiara fu mons. Calogero Lauricella (nella foto)[12]. Il delegato, nominato dall’arcivescovo, fu mons. Salvatore Iacono[13]. Il vescovo, prima di aprire ufficialmente un’inchiesta diocesana, deve richiedere il nulla osta alla CCS attestante la non esistenza di ostacoli che impongano una sospensione della causa[14]: al nihil ostat del 17 marzo 1983 della Sacra Congregazione fu assegnato come numero di protocollo identificativo il 1370[15]. Solo dopo aver ricevuto il decreto attestante che da parte della Santa Sede non ci sono impedimenti, il vescovo diocesano può aprire ufficialmente il processo e, da quel momento, al candidato è attribuito il titolo di Servo di Dio.


[1] Cf Congregatio de Causis Sanctorum, Sanctorum Mater, Parte i, Titolo ii, art. 7, § 1-2.

[2] Cf Idem, Titolo iii, art. 9.

[3] Congregatio pro Causis Sanctorum, Normae servandae, n. 1a.

[5] Cf Rivista Diocesana di Siracusa. Foglio Ufficiale dell’Arcidiocesi, anno lxxii, n. 3-4 (1983), 60. Il comitato promotore per la causa di suor Chiara era composto, oltre che da mons. Vincenzo Annino e dalla sig.ra Sirchia Giuseppina, anche dai signori: Pino e Carmela Valenti, Musumeci Pina, De Franciscis Teresa, Mauceri Antonietta, Ucciardo Antonio, Spinoccia Mariella, Denaro Paola Aliotta, Barbagallo Vittorio, Nobile Anna, suor Di Mauro Gaetanina, Genovese Giuseppina, Murè Enza Peluso, Garofalo Angelo.

[6] Cf Congregatio de Causis Sanctorum, Sanctorum Mater, Parte i, Titolo iv, art. 12, § 1.

[7] Cf Congregatio de Causis Sanctorum, Sanctorum Mater, Parte i, Titolo ii, art. 8, § 1.

[8] Cf F.U. lxxii, (1983), 60.

[9] Il vescovo competente è quello del territorio in cui è morto il Servo di Dio. L’inchiesta diocesana è un vero e proprio processo, condotto secondo le norme stabilite dalla CCS, con lo scopo di raggiungere la certezza sulle virtù eroiche del Servo di Dio.

[10] Per inchiesta diocesana o eparchiale s’intende «il processo canonico, istruito dal Vescovo competente, con lo scopo di raccogliere le prove pro et contra la beatificazione e canonizzazione di un Servo di Dio, morto in concetto di santità». Cf Criscuolo - Ols - Sarno (curr.), Le cause dei santi, 247.

[11] Cf Congregatio de Causis Sanctorum, Sanctorum Mater, Parte iii, Titolo ii, artt. 53-55.

[12] Per una biografia dell’arcivescovo Lauricella, cf A. Piccione (cur.), I Vescovi di Siracusa, Emanuele Romeo, Siracusa 1994, 339-351.

[13] F.U. lxxii, (1983), 57.

[14] Cf Congregatio de Causis Sanctorum, Sanctorum Mater, Parte ii, Titolo viii, artt. 45-46.

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